C'era una volta il V.21, con i suoi 300 bps e nessuna correzione
degli errori. Erano i tempi di modem grossi e costosi, ma si parla
di circa 12 anni fa. I primi modelli non avevano nemmeno un'interfaccia
di comando, arrivata solo più tardi grazie all'americana
Hayes che ha inventato lo standard dei codici At.
Dopo il V.21 è arrivato il V.22 da 1.200 bps, seguito a
breve dal V.22bis da 2.400 baud con cui sembrava davvero di volare;
e c'era anche la correzione degli errori! Nel frattempo veniva
ratificato il V.23 stranissimo protocollo nato per il Videotel:
si riceveva a 1.200 ma si trasmetteva a 75 bps. In Inghilterra
e in Francia fu un successo, da noi funzionarono solo le messaggerie
erotiche, ma fortunatamente per poco tempo.
Il V.22bis durò a lungo e non fu nemmeno scalzato dal V.32
da 9.600 bps che non fece in tempo ad affermarsi perché
fu subito superato dal V.32bis che, con i suoi 14.400 bps traghettò
la telematica e le piccole banche dati amatoriali verso un successo
fino ad allora inimmaginabile; era iniziata l'era delle Bbs (Bullettin
Board System) e della rete Fidonet.
Il V.34 consacrò l'avvento di Internet, che con le pagine
Web sempre più ricche di contenuti multimediali aveva bisogno
di velocità sempre maggiori. Così i 28.800 bps della
versione iniziale del V.34 furono ampliati ai 33.600 della versione
più recente, arrivando così al limite fisico delle
linee telefoniche analogiche.
Oggi, grazie all'ammodernamento dell'infrastruttura telefonica
con lunghi tratti convertiti in tecnologia digitale, e grazie
al protocollo V.90, la velocità massima in ricezione da
Internet è salita fino a 56 Kbps, mentre in ricezione rimane
di 33.600 bps
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